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giovedì 22 luglio 2010

L'ebbrezza della non-esistenza

Finalmente so cosa prova l'uomo invisibile..
Premessa..
Sabato sera è successo: dopo 2 ANNI ("minchia, due anni!" come direbbe Antonio Catania su "Mediterraneo") di fidanzamento ufficiale, sabato scorso sono stata presentata ufficialmente alla ex storica del Topo. Prima dell'evento mondano, come era ovvio, la Suddetta si comportava come se io non esistessi.. In fondo è normale: già avevo avuto l'ardire di legarmi al suo precedente fidanzato, oltretutto non mi conosceva, posso capire che ella trattava con lui come se io fossi ancore un pensiero nella mente del buon Dio (anche se francamente mi giravano a mille..)
Ecco.
Sabato mi sono mostrata in tutta la mia esistente fisicità, con tanto di stretta di mano e sguardo (suo) vagamente fumoso, tipo "piacere, anche se vorrei che ti schiacciasse un camion". Anche qui posso capire (anche se il momento angolare delle balle ormai è incalcolabile..)
Ora, ieri sera eravamo bellamente a spasso col Topo sul listone del centro (altresì detto "isola pedonale" per i perfezionisti), lui la vede a cinque metri e me la segnala. Io, presa da uno scrupolo di coscienza, e convinta che ella non ci avesse notato dico: -Topo, facciamo finta di niente..- Semplicemente non volevo metterla in imbarazzo, dato che era con altre persone.
E invece, quando eravamo giusto a tiro (di fucile, direi..) sentiamo la vocina flebile: "..ciao, Topo..". Il Topo, che ASSOLUTAMENTE NON sa gestire certe situazioni butta la un "Ciao" diretto.
E io?
Io dovevo essere diventata invisibile!
E, nello stupore del mio nuovo stato fisico, di valore incalcolabile se devi portare a termine compiti ameni cone svuotare un caveau, non ho fatto in tempo a salutarla e svelare la mia fisicità..
Queste so' scoperte scientifiche!
Anni e anni di ricerca, potenziamento della struttura liquida del corpo, film, libri, fantascienza varia e la soluzione è a portata di mano!
La prossima volta che la becco me la porto da Benetton: così, mentre lei mi rende invisibile con la sua indifferenza forzata io faccio incetta di gonne e maglioncini senza che nessuno mi veda..

mercoledì 16 giugno 2010

Perdonami Gabriel!

Ogni volta che rileggo "L'Amore ai tempi del colera", splendido romanzo di Gabriel Garcia Marquez, non posso che restarmene attonita e afflitta da un dubbio: ma che cos'è l'amore?
Benvenuta nel club, direte voi..
Passo a spiegare.
La storia è semplice: due ragazzi si innamorano di quella passione cocente e assoluta che si può provare solo a quindici anni, vogliono sposarsi ma il padre di lei non è d'accordo perché per la figlia vuole qualcosa di più. Allora la trascina in un viaggio di due anni attraverso i villaggi della Colombia. I due ragazzi restano in contatto, sempre più convinti. Ma al ritorno la ragazza, cresciuta, più donna in qualche modo, padrona ora della sua vita, si accorge che tutta la passione provata altro non è che un'illusione, un "inganno della memoria". E con grande dolore di lui chiude la storia.
Lei si sposerà con un brillante giovane dottore, bello, ricco, di alto lignaggio, innamorato di lei come un capriccio, con cui farà due figli e con cui vivrà un matrimonio assolutamente NORMALE (particolare attenzione a questa parola), condito anche di separazione, litigate cretine e ripicche, corna e quant'altro. Salvo poi, al momento di morire, guardare lei con occhi lucenti e dirle "Dio sa quanto ti ho amata".
Funerale. La sera stessa si ripresenta il fidanzato di gioventù e le riconferma un'amore che in quel momento è datato più di cinquant'anni. Lei prima lo scaccia, poi lo riconsidera, poi stringe con lui una relazione prima umana che sentimentale, e alla fine parte con lui in battello: una deliziosa coppia di anziani.
La prima domanda è: cosa vuole dirci l'autore? (perdonate il piglio da professoressa di italiano)
Che il primo amore non si scorda mai? Può anche darsi.
Ma leggete in particolare la parte iniziale del libro, la descrizione di come la moglie accudisce il marito ormai anziano, di come ne sostiene insicurezze e paure, a modo suo, certo, non tutte le donne sono uguali. Leggete il racconto della loro prima notte insieme, di tutte le ripicche cretine che animano un matrimonio, del recupero della coppia dopo un tradimento. É lì che io ho visto l'amore, ho visto quello che tiene insieme me e il Topo, non una passione bruciante che tutto consuma, ma la gioia e la fatica delle piccole cose, la tenerezza infinita di fronte alle paure del compagno e insieme la rabbia di sentirsi traditi da quelle insicurezze, la dolcezza delle abitudini insieme.
E, a rifletterci, se gli originari fidanzati possono recuperare una relazione che, per come la vedo io, non c'è mai stata, è solo perché lei, cresciuta e donna, sa dirigere la relazione nella difficile strada della quotidianità, dove non si può essere Tristano e Isotta o Romeo e Giulietta, ma semplicemente Homer e Marge Simpson.
Io da questo libro imparo sempre qualcosa: che l'amore vero non sta negli slanci, quella è un'illusione, ma nella vita insieme, con piccole miserie e gioie infinite. Che se sai affrontare quelle meschinità certo non avrai la sicurezza di una passione da romanzo, ma presto o tardi guarderai nuovamente il tuo uomo o la tua donna e ti ricorderai di quanto la ami.
Se poi non è questo il succo del romanzo, perdonami Gabriel.

martedì 18 maggio 2010

Le incognite del matrimonio

Ovvio stereotipo quello del matrimonio come inesauribile fonte di preoccupazioni.
Quello che ho scoperto in questo fine settimana è PERCHÈ la parola matrimonio genera improvvise quanto irresistibili coliche di fegato..
Anni e anni di vita insieme sempre con la stessa persona?
No, non ci siete.
Monogamia ad oltranza e addio avventure?
Non è il peggio.
Sabato pomeriggio io e mia suocera, chiamata Ohmmadre (e qui capite donde viene tale nome), dopo tanto penare abbiamo parlato di logistica matrimoniale.
Metti caso che una coppia vuole devolvere in beneficenza l'equivalente delle bomboniere, convinta che forse vale di più un bambino curato da Emergency di un ninnolo cretino e costoso su uno scaffale. La reazione della veneranda quasi-settantenne è stata un rientramento totale della bocca nella faccia effetto acido e un laconico "Dtmcmvlteamstbn.." che a un orecchio allenato come è quello del Topo suonava "ditemi come volete e a me sta bene".. Molto rassicurante, non trovate?
Tre riprese di discussione più o meno pacata e abbiamo tirato fuori da una reticente suocera siciliana la necessità di compensare con qualcosa di TANGIBILE delle buste di mancia che monetariamente parlando potrebbero essere abbastanza "pesanti". La frase conclusiva è stata "voi potete fare come volete, ma IO ho degli obblighi".
E io invece è da sabato che ci penso.
Di chi è il matrimonio?
Perché qui sembra proprio che siamo almeno in sei ad essere coinvolti, e a seguire in sessanta.. A me cosa frega che tale zia si senta offesa dalla mia coscienza sociale? (e in che mondo di merda un coccetto o la classica cornice d'argento fasullo si accettano più volentieri di un contributo ad una causa che vale? Ma questo meriterebbe un post a parte) Chi ha chiesto niente a nessuno? Francamente preferisco un tostapane regalato di cuore piuttosto che 1500 sacchi di carità pelosa come un tasso nella speranza di mangiare come un porco e di beccarsi un piatto d'argento da scaffale.. Che se dobbiamo metterci a fare un ricevimento principesco per questi quattro pazzi scatenati stanno freschi.. E i nostri in un mondo ideale avrebbero annuito e ci avrebbero fatto da scudo. Invece la cosa più bella è stata sentirsi dire "se proprio vuoi fare beneficenza, se questo è il tuo sogno, vorrà dire che dopo devolviamo qualcosa" col tono della mamma che accontenta il capriccio della figlia.
Mia suocera.
Ma vaffanculo!!!
E di seguito ecco altra riflessione più importante.
Quando ho sentito rivolgermi la frase "Anch'io ai miei tempi ho dovuto accettare parecchi compromessi" c'ho avuto un mezzo attacco di bile. Ma possibile che da quando il mondo è nato ogni matrimonio deve essere la rivincita dei genitori degli sposi per quello che non hanno potuto avere a loro volta? E chi te lo ha fatto fare di non impuntarti per ciò che volevi? Considerato che a sposarci siamo noi i nostri genitori dovrebbero semplicemente aspettare di sapere cosa vogliamo fare per cerimonia & co.. E so quale può essere l'obiezione: decide chi paga, che nel mio caso non possiamo essere solo noi, data la mia patologica spiantatezza e tutti i soldi che sono partiti per la casa. Ma dato anche che sono io a volere una cosa più ristretta non vale nemmeno quella lamentela.. E a maggior ragione quella lamentela non vale perchè io conosco il motivo sotteso a tutto questo casino: quello che c'è in ballo qui non è l'unione di due persone che scelgono davanti alla comunità di passare il resto della vita insieme, non è il sacramento (dimensione fondamentale per me che sono credente).
No.
Qui ci si gioca la fedeltà a benaltra divinità. 
La dea Figura.
Il matrimonio mio e del Topo sarà l'evento che confermerà la considerazione di Ohmmadre da parte del parentame italiano (e per fortuna l'Augusta Genitrice si ricorda del SUO, di matrimonio e non ci si mette anche lei, sennò morivo).
Ma non sono cazzi che mi riguardano: se voglio una stalla al posto della chiesa e polpettone per pranzo l'unico che può metterci bocca è il Topo..
Mi piacerebbe che lo capissero..
Dopo un fine settimana di discussioni di coppia Io e Topo siamo arrivati ad un compromesso: bomboniera piccola (che sarò io a disegnare) e, se è vero che queste buste saranno così ricche, devolveremo ad Emergency l'equivalente.
Noi siamo d'accordo su tutto, ma non so quanto potremo mantenere di questo tutto.
La guerra è cominciata.


giovedì 13 maggio 2010

Casa reloaded

Parliamone it's back!!
(momento di commozione)
Dopo una lunga cinque giorni di completa pazzia ho ritrovato il tempo per sedermi davanti al pc e postare.
Finalmente io e Topo abbiamo traslocato!
La camera da letto piena di scatoloni colorati da vestiario sembra lo schema del tetris (tant'è vero che io giro per casa da ieri fischiettando il motivetto della versione originale del gioco), la cameretta sembra una falegnameria, con tutti i pezzi di mobilio appoggiato alle pareti in attesa di montaggio, il salotto orfano di mobili è ingombro di buste, bustine e scatoloni, mi ricorda gli spiazzi delle giostre quando i carrozzoni sono partiti.. Ma finalmente io e Topo abbiamo traslocato..
È stato un incubo: venerdì e sabato pulizie a tutto spiano per rendere presentabili almeno elettrodomestici e sanitari.. È saltato fuori che tutto quello che io credevo irrimediabilmente danneggiato o vecchio era soltanto sporco: il conto in banca ringrazia, io che ho pulito un po' meno..
Domenica tour de force all'Ikea per comprare il minimo indispensabile a rendere una casa abitabile..un minimo di 350 sacchi.. Il Topo era evidentemente turbato..
Lunedì montaggio selvaggio: i binari sopra il lavabo e il piano cottura, la lavatrice, il mobilio minimo.. Me so magnata una tonnellata de polvere..
Martedì il dramma: impacchetta gli ultimi vestiti e smonta l'armadio, e nei ritagli tra uno scroscio di temporale e l'altro trasporta il trasportabile nella nuova casa.. Alla fine erano le sette, noi eravamo zozzi e sudati con le lische dell'armadio ancora in piedi e alle otto e un quarto ci aspettavano per le prove del coro: il grido di battaglia è stato "Topo, chiama la pizzeria", e alle prove siamo arrivati con mezz'ora di ritardo. Mica potevo morì..
Mercoledì: lo spostamento vero e proprio con traslocatori. E qui è obbligo parlare di Octopus.
Dicesi Octopus la straordinaria signora che mi aiuta a fare le pulizie, ereditata dalla vecchia padrona di casa e di cui io non potrei fare a meno, chiamata affettuosamente così per la sua incontenibilità: qualsiasi cosa tu stia facendo ti vedi il suo braccio che solleva quello che tu stai portando, ti passa il prossimo panno da stendere, ti prende con rude pragmaticità la spugna fra le mani.
Ecco.
Io ci sono abituata. Il Topo è rimasto sconvolto, leso nella sua mascolinità dall'energia della suddetta signora. Signora che invece di continuare le pulizie di casa (e considerate che noi avevamo anche il cohinquilus, il quale meschino ha praticamente saltato la rigenerazione igienica della casa) ci ha aiutato a fare i viaggi con gli ex mobili e alla fine, invece di rimanere, è allegramente saltata sul camion da trasloco e ci ha aiutato a scaricare.. Allucinante, ma io l'ho adorata (il cohinquilus un  po' meno).
Alla fine, con quattordici viaggi supplementari e tanto sudore ce l'abbiamo fatta.
Drammi paralleli e correlati alla vicenda sono stati il giunto della lavatrice che non è mai della misura giusta, o troppo grosso e non s'avvita o troppo piccolo e perde, il rubinetto della cucina che per la commozione appena aperto è praticamente esploso e la caldaia più complicata dell'enigma della sfinge..
Ieri sera, a letto nella casa nuova, me so' quasi commossa.
Dal trasloco ho imparato che:
  • per quanto ti prepari prima e cerchi di organizzare tanto ti riduci sempre all'ultimo momento.
  • un marito che entra nel merito di quello che succede in casa per certi versi è peggio di uno che se ne frega: io e il Topo abbiamo "amabilmente" discusso su tutto. E menomale che c'è l'amore..
  • c'è sempre qualcosa che ti sfugge: che sia il pelapatate, la carta igienica, l'adattatore della presa, tanto è rimasto di là.
Una signora che conosco, sapendo che col Topo mettevamo su casa e traslocavamo, ha commentato: "Questi sono i momenti più belli.."
...
Ma perché, che succede dopo?!?!?!

martedì 4 maggio 2010

Rotolino adiposo alle terme

Era un pomeriggio assolato e caliginoso sulla nave. Il silenzio era interrotto dal lamento in lontananza dei gabbiani e dallo spazzolone del mozzo Amos sul legno del ponte. All'improvviso un tremore, onde che si alzano.. I marinai scappano sottocoperta di fronte al flagello che si avvicina: STA ARRIVANDO LA BALENA BIANCA!!!

Questo è esattamente quello che ho pensato davanti allo specchio del camerino di un noto negozio di costumi da bagno, quando mi sono provata il costume da bagno per le terme di sabato..

Eh si, è ricominciata la stagione balneare, altrimenti detto, la temperatura è abbastanza alta da consentire un bagno alle terme all'aperto senza annessa polmonite.
Sabato io e Nef abbiamo abbandonato le relative famiglie per una giornata di spaparanzo alle terme. Che vi devo dire, gente..
Fantastico..
Acqua calda come un brodo, bollicine solleticachiappe, getti anticervicale: sarà psicosomatico, ma le terme te la danno quella bella sensazione di fare qualcosa di specifico per la tua salute, anche se in effetti cicciosa ero e cicciosa so' rimasta (costume a parte che quello è uno schianto).
Ma non basta..
Le terme ti danno l'idea archetipica del lusso: hai a disposizione accappatoio e telo da bagno che dopo non sarai tu a lavare, puoi stare tutto il giorno spaparanzata su una sdraio in chiacchiera o languidamente a mollo nel consommè senza pastidapreparare lavatricedariempire pulireilbagno, ti preparano il pranzo, ti massaggiano fino alla scomposizione ai minimi termini.. Sarà per questo che ti costano come un'operazione alla cornea..

Nota a piè di pagina: da non credere quanto mi è mancato il topo.. Sarà stato che era sabato e per noi il sabato è sacro, dato che lui lavora tutta la settimana e la sera è così stanco che a stento mi vede nel letto; sarà tutto questo casino del trasloco, che ci riduce i momenti di intimità familiare..
Checcesai..
In effetti credo che alcuni momenti di distacco, in cui una coppia pratica attività separate (e la combinazione "io a mollo" e "lui in cucina col pupo" è particolarmente invitante), siano funzionali: sarà un'ovvietà, ma alla fine ti diverti un mondo a ritrovarti e raccontarti che il massaggiatore, Guido, era pelosissimo, somigliante sputato a Bilbo del "Signore degli Anelli" e con una voce da prete ciellino bassa bassa e fioca fioca...
Comunque penso che quest'estate lo prelevo anche a lui e lo porto a mollo.. Fosse la volta che dimagriamo tutti e due..

martedì 27 aprile 2010

A te..

A te, che mi hai conosciuto quando ero ancora una bambina, e con poche parole mi hai aperto il cuore: avevo capito subito che avrei voluto stare con te, ma vallo a pescare uno di dieci anni più vecchio con un dottorato in un'altra città..
A te che tornavi sempre e mi raccontavi tante cose della tua vita..
A te che a un certo punto ci siamo guardati e ti ho detto: "ma che vai subito a casa?"..
A te per tutte le camminate lunghissime di quell'autunno, per le chiacchierate, le risate, la comprensione innata di due anime tanto diverse..
A te, che quel pomeriggio di febbraio ti avrei buttato giù dal parapetto, non fosse stato che già ti amavo troppo..
A te, che mi hai regalato un innamoramento fatto di lunghi discorsi e lettere, di passi fatti insieme, senza fretta..
A te che mi hai insegnato ad amare, e per me amare significa amarti..
A te, perché grazie a te ho imparato a lottare per ciò che è importante..
A te, perché quando ci siamo messi insieme ero una cosa informe, e tu mi hai aiutato a diventare una donna e ad affrontare la vita..
A te, adesso che stiamo per prendere una casa, perché tu sappia che lotterò con te quando il gioco diventerà duro..
A te che presto sarai mio marito..
Buon anniversario, Topo!

venerdì 26 marzo 2010

L'amore è come l'asilo

Con questa breve relazione tenterò di dimostrare una tesi personale: quando amiamo qualcuno regrediamo a uno stato che definire infantile è uno scherzetto..
Pronti?

Secondo voi cos'è che fa di una relazione una vera relazione?

Si, vabbè, dai, il sesso è una risposta scontata, che poi con l'avvento della "friendship with benefit" ormai non vale più nemmeno quello.

La comunità di intenti sicuramente è fondamentale: se tu non vuoi avere figli e tuo marito ne vuole sei avete un problema..

Per me la cosa che fa "relazione" è il dialogo: quel misto bellissimo di confidenza, affetto, complicità, rispetto, apertura all'altro che ti fa vedere il tuo uomo come se fosse anche il tuo migliore amico. Ho un amico la cui ex fidanzata, pure nella manifestata convinzione di non volerci avere un legame serio e finalizzato, ha sempre continuato a cercarlo, dopo separazioni, permanenze all'estero, ragazze più o meno importanti: ha sempre voluto essere lei il centro di quel dialogo che ti trasforma in un riferimento per l'altro e viceversa. Anche adesso che lui è felicemente fidanzato da quasi due anni, la ex fa di tutto per recuperare con lui dialogo e confidenza, come se non esistesse una attuale ragazza, o come se quel genere di complicità fosse altro da un rapporto d'amore.

Ma c'è un'altra cosa che di un rapporto generico fa un rapporto d'amore: si tratta di quel fuoco che ti prende quando il tuo compagno (o compagna) è conteso o quasi fra te e un'altra: da una parte uccideresti, ma dall'altra hai la soddisfazione di esserti accaparrata un bene di prima scelta; nel suddetto caso l'attuale fidanzata come è ovvio non sopporta la ex, ma le è anche quasi morbosamente attaccata, come se qualcosa che mette in discussione un rapporto sia una parte imprescindibile del rapporto suddetto. Intendiamoci: la sua storia non si fonda esclusivamente su questo (altrimenti le avrei consigliato di lasciarlo), ma è come la panna sul gelato..

In parole povere: tu lo vuoi perché ci sto giocando io, io lo voglio solo se tu tenti di rubarmelo..
Parliamone..

giovedì 25 marzo 2010

Le donne vengono da Venere, gli uomini.. dal cesso

Come è risaputo i topi tra loro comunicano.
Ovviamente anche il mio Topo ha dei topi che gli telefonano, scrivono, mandano allegati più o meno buffi.
Tasso di mascolinità autoconsapevole altissimo.
Per esempio:
"Le regole degli uomini: è risaputo che l’universo femminile ha regole ferree ed inappellabili. Questo manifesto è un atto di ribellione di noi Uomini ed una guida per le nostre donne."
Già mettere uomini e regole nella stessa frase fa ridere, come insegnare a un cane a fare pipì nel water; ma leggiamole, 'ste regole:

1. "Le tette sono fatte per essere guardate ed è per questo che lo facciamo. Non c'è modo di modificare questo comportamento."
Incarta e porta a casa.. Ma vi immaginate, mio femmineo pubblico, che fila dagli psichiatri se noi cominciassimo a guardare piselli?

2. "Imparate ad usare la tavoletta del cesso.
Siete ragazze robuste: se è su, tiratela giù. A noi serve su, a voi serve giù.
Noi non ci lamentiamo mai quando la lasciate giù."
Ok, su questo posso essere d'accordo: puzza di fissazione femminile (anche se è fastidiosissimo sedersi e avere l'impressione di sprofondare in un gorgo di disperazione)..

3. "Domenica = sport.
E' un evento naturale come la luna piena o il cambiamento delle maree.
Lasciatelo così."

Ricapitoliamo: domenica. Il giorno del relax. Il giorno per dare una lucidata al rapporto con passeggiate, mattinate a letto, pranzetti e cenette E INVECE NO! Tutto il pomeriggio sul divano a fissare un involuto che si comporta col calcio come vorreste che si comportasse con voi: ricorda a memoria tutti gli appuntamenti, rivede mille volte i momenti esaltanti e piange come un vitello se le cose vanno male. Tasso di acidità femminile: altissimo.

4. "Fare la spesa NON si può considerare sport."
No, idiota, è cibo.

5. "Piangere è un ricatto."
(sorrisino malizioso)

6. "Se volete qualcosa, chiedetelo. Cerchiamo di essere chiari:
"Sottili" sottintesi non funzionano.
"Forti" sottintesi non funzionano.
"Ovvi" sottintesi non funzionano.

Semplicemente DITELO!"
Ragazze, guardiamoci in faccia: questi non si trovano il c**o con due mani, forse è meglio fare come dicono loro.. Se poi si sentiranno disturbati da un "Penso che tu sia uno str.. perché mi dai le stesse attenzioni del cactus" di chi sarà la colpa?

7. "Sì" e "No" sono risposte perfettamente adeguate a praticamente tutte le domande.
Si, nella tribù degli oranghi..

8. Sottoponeteci un problema solo se vi serve aiuto per risolverlo. Serviamo a questo. Per la solidarietà ci sono le vostre amiche.
Ehi.. Pssss.. Ciccio? Ti svelo un segreto: sii solidale con la tua donna.. Esistono anche gli "amici"..

9. "Un mal di testa che dura da 17 mesi è un problema.
Fatevi vedere da un medico."

Ok, è appurato che questi sono convinti che le donne abbiano un interruttore e che basta fare clic e saltare in sella. Non funziona così: forse per un mal di testa da 17 mesi è meglio un consulente di coppia, bello..

10. "Qualunque cosa abbiamo detto 6 mesi fa non è utilizzabile in una discussione.
Più precisamente: il valore di qualunque affermazione scade dopo 7 giorni."

Si, scusa amore, mi dimentico sempre che tu sei sottosviluppato e che quella cosa che hai nella testa serve per non fare corrente tra le orecchie..

11. "Se pensate di essere grasse, probabilmente lo siete.
Non chiedetecelo."

Qui c'è una sola parola: vaff..

12. "Se qualcosa che abbiamo detto può essere interpretata in due modi e uno dei due vi fa arrabbiare o vi rende tristi, intendevamo l'altro."
Ti piacerebbe, eh?

13. "Potete chiederci di "fare qualcosa" o dirci "come volete che sia fatta". Non tutte e due le cose contemporaneamente. Se poi sapete il modo migliore per farla, potete benissimo farvela da sole."
Sarebbe bellissimo se potessimo fare da sole.. Quando chiedo al Topo una faccenda tipo, come sbucciarmi qualcosa lui, da bravo scientoide (cioè laureato in una disciplina scientifica) trova il modo più scomodo e più lungo per farlo.. Magari potessimo sempre fare da sole, giuggiolo, magari..

14. "Quando possibile, parlate durante la pubblicità."
Vedi punto 11.

15. "Cristoforo Colombo non aveva bisogno di qualcuno che gli indicasse la rotta. Noi nemmeno."
Si, certo.. Quando pensano di fare da soli è perché la donna che hanno dietro è tanto brava da mimetizzarsi con la vegetazione circostante, come i gechi..

16. "TUTTI gli uomini vedono in 16 colori, come le impostazioni base di Windows. "Pesca", per esempio, è un frutto, non un colore.  Anche "melone" è un frutto.
"Malva" non abbiamo la più pallida idea di cosa sia.
"
Perché siete drammaticamente limitati..

17. "Se prude, grattatevi. Noi facciamo così."
Oh, si.. Lo so bene.. lo vedo che lo fai: mentre parliamo, mentre aspetti il pullman, mentre guardi la tv, mentre sei lì che ascolti il fruscio della tua mente deserta..

18. "Se chiediamo cosa c'è che non va e voi rispondete "niente", ci comporteremo esattamente come se non ci fosse nulla che non va.
Sappiamo perfettamente che state mentendo, ma così ci risparmiamo un sacco di fastidi."
Si vede.

19. "Se ponete una domanda a cui non volete una risposta, aspettatevi una risposta che non volevate sentire."
Qui purtroppo non solo c'hanno ragione loro, ma vale per tutti i rapporti umani.. Meditate, gente, meditate..

20. "I vestiti che avete sono più che sufficienti. Le scarpe, invece, sono troppe" 
Limitati.. Drammaticamente limitati..

21. Noi siamo perfettamente in forma: "tondo" è una forma
E qua prendiamocela con la società che impone alle donne degli standard assurdi.. "Tondo" o "morbido" sono forme anche per noi..

Io sono una donna fortunata: il mio Topo, oltre ad essere molto paziente e comprensivo (e lo è davvero) è docile ai tentativi di miglioria, per cui non ho di cui lagnarmi ma..
Parliamone..
Ragazze, la situazione è buffa: incomunicabilità totale e continuiamo a cercarci.. Perchè in fondo è divertente trovare la parte casinista e rumorosa, la parte semplice di noi, la parte che riesce a fare spallucce.. Chissà se anche loro in fondo non amino il nostro essere ordinate, nervose, compulsive e insicure..  Ma io spero, come dice Rilke, che prima o poi si smetta di stare insieme come uomini e donne, e ci si cominci ad amare come persone..