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Visualizzazione post con etichetta Casa. Mostra tutti i post
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lunedì 28 giugno 2010

L'entità metafisica del salotto

The "V day" is finally come!!!
Ieri, ore 19,10 fuso di Roma abbiamo montato l'ultima libreria, nonché ultimo pacco di mobilio Ikea che affollava il garage e ogni angolo della casa.. Ora ci resta da comprare le staffe per l'elemento libreria angolare (che nessuno ci ha dato, mannaggia..) e risolvere lo schema di tetris in cui si è trasformato il nostro ingresso a causa degli scatoloni di libri spostati momentaneamente dalla sala da pranzo, ed il gioco è (più o meno) fatto: io e Topo abbiamo una casa tutta nostra..
Paradossalmente la stanza che ci ha creato i maggiori problemi è stata la sala.. Si perché abbiamo scoperto a nostre spese che definire un "salotto" è qualcosa di estremamente complicato..
Ora, la decisione che abbiamo preso (più o meno) all'unanimità è stata quella di "agganciare" il salotto fra l'angolo del divano angolare e l'angolo della libreria angolare: il risultato è stato una stanza molto "don't worry", con tanti cuscini morbidi tra cui sedersi, molto spazio per i libri miei e del Topo e una tv per le serate post-studio/lavoro.
E l'annosa questione è stata: e la vetrina per i piatti?
Si, perché il mio uomo è una sorta di figlia mancata, la cui madre lo ha ingozzato di merendine da piccolo per potergli prendere coi punti un servizio da tavola da 24 della Mulino Bianco (e perdonate lo spottone).
Solo che io non so' tipo da pranzo di famiglia da 24 persone per la gioia delle quali sfoggiare la tovaglia di fino e il servizio! Noi abbiamo un simpatico mezzo-servizio Ikea verdolino fatto di pezzi scompagnati che usiamo per tutti i giorni, e spero di poter comprare un servizio da sei nuovo se avessi a cena una coppia di amici.. Punto..
E col Topo abbiamo concluso che siamo di fronte a un gap generazionale: mentre le famiglie dei tempi dei miei suoceri (anni '40) usavano la sala da pranzo come "sala di rappresentanza", non fatta per la famiglia ma da usare nelle occasioni in cui la massaia doveva farsi valere sul campo da lei più congeniale, quello della cucina e della biancheria, noi abbiamo creato una stanza per noi, da vivere, per rilassarci, per essere prima di tutto famiglia, poi per il resto si vedrà.. Tant'è vero che se invito gente ci sediamo allegramente intorno al tavolo di cucina con me che smanazzo tra i fornelli e che dopo cena se si chiacchiera mi metto a spicciare.. Sarà poco elegante ma va bene così..
'Ste cose mi fanno sempre riflettere: in fondo credo che sia un bene non sentire tanti condizionamenti, ma Ohmmadre mi guarda come se fossi una snaturata.. E tutto perché non ho un tavolo estensibile e una vetrinetta per le stoviglie di pregio "per fare un certo tipo di inviti..", come a significare "per invitare il capo e ungerlo così che dia un lavoro a tuo marito.." E so già che quando avrò a cena donne di qualunque estrazione mi sentirò molto più "scoperta" che se avessi una lunga tavola apparecchiata con il lampadario di cristallo..
Penso che la lotta per l'emancipazione femminile e la parità passino anche da qui: definirsi da soli l'entità metafisica del salotto (comune alimentare o bozzolo da bruco) senza panico da Gattopardo..
Voi che ne dite?

giovedì 24 giugno 2010

Noi puffi siam così..

È capitato a tutte le donne di casa alle prime armi, credo, ma quando succede a te è sempre un'emozione..
L'altro giorno ho fatto il bucato della biancheria, cosa scontata e naturale per qualunque proprietario di lavatrice.
Premetto che quando faccio i bucati sono costretta a raschiare il fondo del barile: già siamo solo in due con una lavatrice di sei chili da riempire (più piccola c'era solo quella rosa giocattolo), se mi metto anche a dividere ossessivamente i panni è finita. Dunque ho buttato dentro biancheria intima, biancheria da cucina, bianchi robusti e asciugamani.
Premetto anche che la mia suocerina Ohmmadre quando fa acquisti di ogni sorta è una calamità naturale su due gambe: c'è stata la tovaglia con improbabili puffi e una elegante (!) decorazione d'intorno a pallini, la stoffa double face con frutta da una parte e orsetti con palloncino dall'altra, salvo che le due fantasie sono visibili in trasparenza su ogni lato, così c'è l'aura dell'orso che appare sulla fetta di cocomero in una mistica macedonia, la retina frangifiamma per tegami di terracotta salvo che io NON HO tegami in terracotta. Cose così..
Ma l'asciugamano verde smeraldo no, da quello non credevo di avere niente da temere..
Si, ciao..
Quando sono andata a tirare fuori il bucato per stenderlo sono quasi morta. Dalle risate..
Il computo delle vittime prevede:
-stracci di cucina ex-bianchi divenuti ora di un azzurro equivoco
-stracci di cucina bianchi e verdi che appaiono ora in una nuance smorta e indistinta che si avvicina alle mozzarelle blu
-mutande verdoline, le mie a fare pendant con una canottiera sempre nello stesso bucato (e quasi quasi chiedo a Ohmmadre se ce n'ha anche uno rosso, di asciugamano, così mi faccio anche un completo rosa), quelle del Topo che sembrano i pannolini di quei pupazzetti che avevamo da bambini, che se li mettevi sotto l'acqua fredda il pannolino per l'appunto si colorava rivelandone il sesso.. d'altro canto il Topo è maschietto..
-pezzo forte: una canottiera del Topo diventata di uno stupendo turchesino, che non sarebbe venuta così bene nemmeno con la Coloreria.. E siccome il legittimo proprietario vedendola ha avvertito una contrazione all'indentro della sua mascolinità la suddetta canottiera è stata promossa a maglia da esterno femminile
Che dire? Noi Puffi siam così, noi siamo tutti blu..

giovedì 13 maggio 2010

Casa reloaded

Parliamone it's back!!
(momento di commozione)
Dopo una lunga cinque giorni di completa pazzia ho ritrovato il tempo per sedermi davanti al pc e postare.
Finalmente io e Topo abbiamo traslocato!
La camera da letto piena di scatoloni colorati da vestiario sembra lo schema del tetris (tant'è vero che io giro per casa da ieri fischiettando il motivetto della versione originale del gioco), la cameretta sembra una falegnameria, con tutti i pezzi di mobilio appoggiato alle pareti in attesa di montaggio, il salotto orfano di mobili è ingombro di buste, bustine e scatoloni, mi ricorda gli spiazzi delle giostre quando i carrozzoni sono partiti.. Ma finalmente io e Topo abbiamo traslocato..
È stato un incubo: venerdì e sabato pulizie a tutto spiano per rendere presentabili almeno elettrodomestici e sanitari.. È saltato fuori che tutto quello che io credevo irrimediabilmente danneggiato o vecchio era soltanto sporco: il conto in banca ringrazia, io che ho pulito un po' meno..
Domenica tour de force all'Ikea per comprare il minimo indispensabile a rendere una casa abitabile..un minimo di 350 sacchi.. Il Topo era evidentemente turbato..
Lunedì montaggio selvaggio: i binari sopra il lavabo e il piano cottura, la lavatrice, il mobilio minimo.. Me so magnata una tonnellata de polvere..
Martedì il dramma: impacchetta gli ultimi vestiti e smonta l'armadio, e nei ritagli tra uno scroscio di temporale e l'altro trasporta il trasportabile nella nuova casa.. Alla fine erano le sette, noi eravamo zozzi e sudati con le lische dell'armadio ancora in piedi e alle otto e un quarto ci aspettavano per le prove del coro: il grido di battaglia è stato "Topo, chiama la pizzeria", e alle prove siamo arrivati con mezz'ora di ritardo. Mica potevo morì..
Mercoledì: lo spostamento vero e proprio con traslocatori. E qui è obbligo parlare di Octopus.
Dicesi Octopus la straordinaria signora che mi aiuta a fare le pulizie, ereditata dalla vecchia padrona di casa e di cui io non potrei fare a meno, chiamata affettuosamente così per la sua incontenibilità: qualsiasi cosa tu stia facendo ti vedi il suo braccio che solleva quello che tu stai portando, ti passa il prossimo panno da stendere, ti prende con rude pragmaticità la spugna fra le mani.
Ecco.
Io ci sono abituata. Il Topo è rimasto sconvolto, leso nella sua mascolinità dall'energia della suddetta signora. Signora che invece di continuare le pulizie di casa (e considerate che noi avevamo anche il cohinquilus, il quale meschino ha praticamente saltato la rigenerazione igienica della casa) ci ha aiutato a fare i viaggi con gli ex mobili e alla fine, invece di rimanere, è allegramente saltata sul camion da trasloco e ci ha aiutato a scaricare.. Allucinante, ma io l'ho adorata (il cohinquilus un  po' meno).
Alla fine, con quattordici viaggi supplementari e tanto sudore ce l'abbiamo fatta.
Drammi paralleli e correlati alla vicenda sono stati il giunto della lavatrice che non è mai della misura giusta, o troppo grosso e non s'avvita o troppo piccolo e perde, il rubinetto della cucina che per la commozione appena aperto è praticamente esploso e la caldaia più complicata dell'enigma della sfinge..
Ieri sera, a letto nella casa nuova, me so' quasi commossa.
Dal trasloco ho imparato che:
  • per quanto ti prepari prima e cerchi di organizzare tanto ti riduci sempre all'ultimo momento.
  • un marito che entra nel merito di quello che succede in casa per certi versi è peggio di uno che se ne frega: io e il Topo abbiamo "amabilmente" discusso su tutto. E menomale che c'è l'amore..
  • c'è sempre qualcosa che ti sfugge: che sia il pelapatate, la carta igienica, l'adattatore della presa, tanto è rimasto di là.
Una signora che conosco, sapendo che col Topo mettevamo su casa e traslocavamo, ha commentato: "Questi sono i momenti più belli.."
...
Ma perché, che succede dopo?!?!?!

mercoledì 28 aprile 2010

Epillio per l'affitto della casa

Venite alfine gente, a sentire la storia
di baldi cavalieri in cerca di fortuna;
Donna Cosciotta l'una, Sancio (Peloso) Panza l'altro.
Non come ispanici antenati che cantò Cervantes
costoro andarono alla ventura:
non v'era Dulcinea da conquistare
né mulino a vento da sconquassare.
I due, Cosciotta e Peloso,
combatterono per lo mulino,
ma per poter al suo interno
abitare e prosperare;
e niente graziose fanciulle (che sennò sai le sberle)
ma le tarpane traveste da conquistare:
Armando bionda e truccata di meretriceo modo,
Ernesto dallo sbavato rossetto
(potrai tu pur dire di esser pomiciata,
noi non lo pensiamo).
Alfin la dignità vince lo soldo,
e senza genitoriale firma ad insozzar le carte
i due Donna Cosciotta e Peloso
trionfarono e il mulino affittarono.
Per lunedì previsto è l'almo trasloco!

Parafrasi:
io e Topo alla fine ce l'abbiamo fatta! Siamo riusciti ad affittare quel cazzo di appartamento senza bisogno delle firme dei nostri genitori.
E sapeste che mostri le proprietarie..

giovedì 22 aprile 2010

La saga dell'affitto continua..

Dopo lunga attesa è uscito il responso dell'oracolo (o se preferite dell'agenzia immobiliare a cui io e Topo ci siamo rivolti per cercare una casa): quella gentildonna della proprietaria vorrebbe che noi le fornissimo più garanzie.. In parole povere i nostri genitori devono mettere la firma sul contratto.
Momento di incredulità..
Ah, è tutto vero..
Momento di confusione..
Fase tre: rabbia distruttiva.. Ma in che cazzo di mondo viviamo che per affittare una casa (che non è nemmeno la reggia di Caserta, badate) gli devi portare anche le ultime analisi del sangue e il certificato di antirabbica? Vi pare che un uomo di quasi quarant'anni ha bisogno di mammà dietro se decide di farsi una vita?
O forse io affitto case per sport e alle mie spalle c'è una lunga fila di proprietari fregati dal mio insano gusto per il pagamento delle tasse (salate) di registro?
Ma che cazzo!

lunedì 19 aprile 2010

Vivere all'Ikea

Ebbene si, maledetto Carter, alla fine abbiamo deciso, io e Topo, che l'idea di fare un mutuo con un solo stipendio e per di più precario era una cosa da idioti, e ci siamo volti infine al variegato mondo dell'affitto. Per farla breve: la scatola di scarpe che da bambine adibivamo ad accogliente casa di Barbie (la mia, quella vera, l'aveva sfondata un amichetto ciccioso passandoci dentro) adesso la potremmo avere per viverci noi al modico prezzo di 520 al mese senza passare dal via. Alla fine per pochi euro di più ci siamo decisi a un appartamento più grande (per il quale tra parentesi siamo ancora in trattativa, per cui tutti zitti e non dite niente a nessuno).. Ovviamente non ammobiliato tranne la cucina, per la quale ringrazio a giro tutte le divinità che conosco.
Quindi sabato mattina, per avvantaggiarci, abbiamo preso quindici mezzi pubblici e siamo andati nel paradiso degli eterni bambini e dei novelli arredatori (e il luogo della perdizione eterna secondo mia suocera): benvenuti all'Ikea.
L'Ikea è secondo me semplicemente fantastica: entri e... Hop! Sei nella cucina ideale che sognavi fin da piccola. Giri un angolo e magia: un'altra cucina completamente diversa dalla prima ma che ti piace proprio come l'altra, con milioni di quelle cazzatine che aiutano noi massaie non proprio provette a dare una parvenza d'ordine alla casa. Tanti salotti, tutti ordinati ma allo stesso tempo caldi come quelli di casa tua, dove puoi sederti (e nel frattempo chiedere alle tue chiappe qual è il divano che amano di più) e guardare la tv. L'unico inconveniente sarebbero i libri in svedese, che secondo me sono così per evitare che la gente se li freghi.. Magari all'Ikea in Svezia ci sono tutti libri in turco e così via..
Cambi settore e sei nel paradiso del sonno: e prova il materasso, e scegliti la struttura con o senza cassettoni.. Io ho persino trovato un esemplare anatomicamente corretto dell'armadio che avevo progettato per la mia nuova potenziale camera da letto..
Uno spuntino veloce e giù nel reparto acquisti al minuto, la Bengodi dei casalinghi.. Pile di scatole da congelatore alte fino al soffitto, scolapasta da agganciare al bordo del lavandino, presine.. taaaaaante presine..
E il magazzino mobili? Chi ha visto la ricostruzione dell'Area 51 nell'ultimo film di Indiana Jones sa di cosa parlo..
Ma secondo voi non si farebbe prima ad andare ad abitare direttamente là? Una cosa tipo dimostrazione pratica d'uso..

mercoledì 7 aprile 2010

Geni, compravendite e sfiga innata

Si, il titolo è preso quasi pari pari dall'ultimo post di Nef: ultimamente siamo tutti in aria di compravendite, sarà una questione di congiunzione astrale..
Ricapitoliamo: Nef tentava di vendere una casa a quanto si vede dalla foto graziosissima, e alla fine sembra aver trovato risposta al suo appello in tutta un'umanità varia e variamente presa (dico io: per vedere quanto è carino quell'appartamento basta averci gli occhi).. Congratulazionissime!!
Per me e Topo la cosa è un po' più complicata..
Cominciamo col dire che i nostri padroni di casa hanno necessità di vendere l'appartamento che occupiamo: come è ovvio ci hanno chiesto se volevamo comprarla noi, già che c'eravamo dentro.
Corollario: a noi questa casetta piace da morire; è un appartamento né piccolo né grande, con un terrazzino adorabile e tante finestre enormi, e poi è stata la prima casa in cui abbiamo convissuto, e il legame affettivo conta non poco.
Allora abbiamo cominciato la questua: via per banche per vedere quale di loro ci avrebbe fatto un mutuo al più basso tasso di strozzinaggio possibile, abbiamo contato persino gli spiccioli del portafoglio, abbiamo contemplato l'opzione sul primogenito.. E il risultato sempre quello: se volevamo comprare casa dovevamo impegnare anche l'ultimo centesimo e pregare molto che il mio precario quasi-marito per lo meno restasse ancora precario e non si tramutasse in spiantato.
Una sera viene a visitare una casa un'amorfa di circa quarant'anni, che conclude: "sono interessata, ma bisognerà che torni a vederla col papi, perché è lui che aiuta" Testuali parole. Ma il papi sarà davvero il padre biologico?
Amorfa e papi fanno un'offerta.
Io e Topo ci guardiamo negli occhi, io studentessa a pochi esami dalla laurea, lui impiegato precario in un ente pubblico. La risposta poteva essere una sola: non è il momento di comprare una casa.
E allora addio alla mia bella cucina ikea.. Addio al balcone con tutte le nostre piante.. Addio ai soffitti alti, alle finestre, al giardino della casa di sotto che a marzo fiorisce tutto..
Vabbé..
Ci mettiamo allora alla ricerca di un affitto: troviamo un annuncio decente, una casa a due passi dalla nostra vecchia, fatta nello stesso modo. Ricominciamo a sperare e prendiamo un'appuntamento per visitarla: il prezzo è un po' alto ma possiamo farcela.
La mattina prima dell'appuntamento chiama l'agenzia: la padrona non la affitta più, deve trasferirsi lì di nuovo perché torna in città per lavoro..
Cacchio, ragazzi.. Parliamone..