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venerdì 30 luglio 2010

Carmina freak show

Se vai in Germania per cantare una cosa come i Carmina Burana, lo fai con delle aspettative: presumi che i tedeschi vadano piuttosto orgogliosi del loro prodotto musicale più famoso, apparte Wagner; ti prepari mentalmente con un atteggiamento austero e rispettoso, anche se i testi dei vari canti tutto sono tranne che morigerati; ti aspetti che gli autoctoni pretendano da te una teutonica dignità.
Pensi insomma che sia una cosa seria.
Lo scorso fine settimana io e il Topo eravamo in una amena cittadina della Germania meridionale col nostro coro per partecipare ad una esecuzione dei suddetti Carmina insieme a spagnoli e iraniani, in gemellaggio col coro della suddetta cittadina. Tale esecuzione avrebbe concluso un festival musicale che appariva, ed era, molto significativo per la città, nonché fonte di una notevole mobilitazione popolare, con biglietti che costavano 35 sacchi per i posti di platea, tanto per rendere un'idea della situazione.
Ora, questa è stata la cronaca della faccenda: intanto la location approntata per il tutto era un gigantesco tendone da circo rosso pomodoro; e tu pensi "ma guarda che geni, questi germanicoli, niente auditorium abbastanza grande ed ecco che loro te ne gonfiano uno come un canotto". Tralasciamo il fatto che per raggiungere il tendone abbiamo dovuto attraversare in navetta due chilometri buoni di campi di fieno e recinti di cavalli&struzzi: già da quello avremmo dovuto capire quale sarebbe stato il tenore della cosa, ma noi eravamo ancora ottimisti..
Iniziano le prove: immaginatevi un coro di quattrocento persone e un'orchestra di ottanta più strumenti e percussioni su un palco standard da concerto. Se l'immagine nella vostra testa è simile a un pollaio ci siete quasi: niente quinte dove poter sostare in attesa, scalette pericolanti che se porti i tacchi sono un pericolo mortale, e un organizzatore che parla venti minuti in tedesco e tre secondi in inglese, e tu lo capisci che c'è qualcosa che non torna. Le sezioni del coro sono state stipate in angolini d'erba secca attigui all'esterno del tendone, sotto il sole e con braccialetti colorati lasciapassare terribilmente somiglianti a quelli che i volontari di Greenpeace mettono alle folaghe per tracciarne le migrazioni. Anche la prova è andata.


 Per il concerto era prevista una fase introduttiva in cui ognuno dei cori ospiti avrebbe dovuto presentarsi con un paio di pezzi: roba da dieci minuti, dici tu. Ecco lo svolgimento della serata:
- il primo a salire sul palco è un pazzo che per vivere fa l'attore, accompagnato da un paio di disneyane orecchie e da un gruppo di musica popolare iraniana: costui si mette a recitare un qualcosa di non meglio definito in tedesco mentre la band di Alì Babà si prodiga in un sottofondo orientaleggiante. Il risultato è stato assai simile a uno di quei reportage di raitre sulla guerra in Bosnia, col poveraccio che racconta di quando aveva ventisei pecore e le enumera tutte per nome con la musichina di sottofondo.
- al numero due salgono sul palco tre ragazzini di circa sedici anni che esibiscono la loro abilità ritmica armati di batteria e xilofono; voci di corridoio confermano che costoro fossero in rappresentanza di una scuola che finanzia i ragazzi dotati, e che per l'appunto stessero mostrando la loro dotazione. Noi, sul palco come cretini a fare da scenografia.
- al terzo posto sale un simpatico cantante folclorico tedesco con tanto di camorra, che per chi non lo sapesse trattasi di enorme tamburo che è possibile suonare con tutte le dita producendo una gamma singolare di effetti ritmici. Le rotule dei coristi si aggiungono al coro per mostrare il loro disappunto.
- finalmente, dopo un'ora e venti di attesa esposti al pubblico ludibrio, invece della donna cannone entriamo in azione noi: tre cori, due pezzi ciascuno per un totale di venti minuti di spettacolo. E tutti pensano "Grazie, Dio: adesso si comincia"
E invece no.
- con un repentino colpo di coda salgono sul palco almeno quattro pezzi grossi (ovviamente esprimentisi in tedesco, e se dovessi dire di chi accidenti si trattava mi troverei un po' spaesata), i tre ragazzini percussionisti e l'orecchione di prima, che mettono amorevolmente in scena una premiazione, i giovani per la loro dotatezza musicale, l'orecchione per.. per.. per.. Si, insomma finisce che Dumbo resta sul palco: prima chiama i soliti amichetti arabi per riproporre il giochino di prima, sottofondo con lettura amena in tedesco; poi accoglie un suo caro amico e la sua fisarmonica per un pot pourri di canzoni francesi stile Gilbert Becaud: il pubblico è in delirio.
Intervallo.
Finalmente fanno salire tutto l'organico dei carmina, l'orchestra e le quattro sezioni del coro che si dispongono sul palco ordinatamente secondo la linea "machecazzocifaccioqui".
Una pensa: "Cominciamo".
E invece ancora no!
Salgono sul palco in cinque: enorme pistolotto autocelebrativo tedesco di conclusione del festival, parla il capo della baracca, il ministro dell'educazione e anche un tale dal parlamento europeo (forse l'usciere). Attorno a me soprani senza scarpe seduti a terra in evidente prostrazione psicologica. Solo un quarto del coro capisce quel che viene detto.
Come se non bastasse, chiamano sul palco lui, il pezzo forte! Nonnino novantenne pippato in testa dai tempi di Woodstock con clarinetto: uno che ai suoi tempi doveva essere famoso ma che adesso suona grazie all'asma e quando non lo usano lo rimettono nella naftalina. Costui alita tre pallide note asfittiche nel clarinetto, inudibili nonostante l'amplificazione: ovazione generale! Tripudio! Mutande e reggipetti lanciati in aria dall'entusiasmo!
E finalmente, dopo 2 ORE E MEZZO di attesa, in piedi senza uno straccio di appoggio, il direttore, faccia da birra&patata, con sussiego sale sul palco e si prepara all'attacco.
E solo perché la donna barbuta e l'uomo che mangia i chiodi erano rimasti bloccati nel traffico..

giovedì 22 luglio 2010

L'ebbrezza della non-esistenza

Finalmente so cosa prova l'uomo invisibile..
Premessa..
Sabato sera è successo: dopo 2 ANNI ("minchia, due anni!" come direbbe Antonio Catania su "Mediterraneo") di fidanzamento ufficiale, sabato scorso sono stata presentata ufficialmente alla ex storica del Topo. Prima dell'evento mondano, come era ovvio, la Suddetta si comportava come se io non esistessi.. In fondo è normale: già avevo avuto l'ardire di legarmi al suo precedente fidanzato, oltretutto non mi conosceva, posso capire che ella trattava con lui come se io fossi ancore un pensiero nella mente del buon Dio (anche se francamente mi giravano a mille..)
Ecco.
Sabato mi sono mostrata in tutta la mia esistente fisicità, con tanto di stretta di mano e sguardo (suo) vagamente fumoso, tipo "piacere, anche se vorrei che ti schiacciasse un camion". Anche qui posso capire (anche se il momento angolare delle balle ormai è incalcolabile..)
Ora, ieri sera eravamo bellamente a spasso col Topo sul listone del centro (altresì detto "isola pedonale" per i perfezionisti), lui la vede a cinque metri e me la segnala. Io, presa da uno scrupolo di coscienza, e convinta che ella non ci avesse notato dico: -Topo, facciamo finta di niente..- Semplicemente non volevo metterla in imbarazzo, dato che era con altre persone.
E invece, quando eravamo giusto a tiro (di fucile, direi..) sentiamo la vocina flebile: "..ciao, Topo..". Il Topo, che ASSOLUTAMENTE NON sa gestire certe situazioni butta la un "Ciao" diretto.
E io?
Io dovevo essere diventata invisibile!
E, nello stupore del mio nuovo stato fisico, di valore incalcolabile se devi portare a termine compiti ameni cone svuotare un caveau, non ho fatto in tempo a salutarla e svelare la mia fisicità..
Queste so' scoperte scientifiche!
Anni e anni di ricerca, potenziamento della struttura liquida del corpo, film, libri, fantascienza varia e la soluzione è a portata di mano!
La prossima volta che la becco me la porto da Benetton: così, mentre lei mi rende invisibile con la sua indifferenza forzata io faccio incetta di gonne e maglioncini senza che nessuno mi veda..

martedì 20 luglio 2010

Tv e domande

Ho appena visto in tv, su una delle reti del beneamato zio Silvio che il Minzolini's BerluscaFanClub mi obbliga a guardare mentre mi cucino il pranzo, la presentazione di uno spettacolo di seconda serata, RealCSI, che riprende i casi di cronaca nell'ottica del famoso serial televisivo.
La voce fuori campo recita: "Tizia, quindici anni, violentata e uccisa da un aggressore" e il poliziotto aggiunge: "l'aggressione più violenta che abbia mai visto"..
Ora.
Come pretendiamo di poter mediare la violenza reale quando la televisione ci mostra quanto di peggio esiste nella natura umana sotto forma di un elementare passatempo?
E ancora.
Tutto ciò non rischia da un lato di banalizzare forme atroci di comportamento quando esse dovrebbero venire deprecate?
Questa si può chiamare informazione, attenzione alla realtà, realismo? Non è sciacallaggio? Non sarebbe meglio che i mezzi di comunicazione, nelle fasce deputate all'intrattenimento, cerchino di mediare la violenza alla quale le realtà già ci sottopone con l'attenzione all'educazione, allo spirito critico, al senso artistico degli ascoltatori?
E infine.
Da uno a dieci, quanto sono illusa?
(dalla regia dicono 417..)

giovedì 15 luglio 2010

Nessuno dei suddetti..

C'è un film del 1985 con Richard Pryor, "Chi più spende.. più guadagna"; la storia è semplice: un vecchio zio ricchissimo ed eccentrico lascia al nipote 300 milioni di dollari a condizione che il nipote ne spenda 30 in un mese, acquistando beni non durevoli; capirete che non è una cosa facile: lui assume dei consulenti per farsi aiutare, e improvvisamente l'idea, "facciamo una campagna elettorale", come si sa una delle faccende più costose in circolazione. Ma, e qui sta il bello, Monty (così si chiama il personaggio interpretato da Pryor) non può presentarsi personalmente, altrimenti dovrebbe onorare poi la carica in caso di elezione: inventa allora uno slogan, crea una campagna su un'intenzione. E l'intenzione è "Nessuno dei suddetti".. La cosa straordinaria è che detta campagna elettorale ha un successo strepitoso, ottiene la maggioranza.
Ecco.
Capirete che ci penso spesso.
No, perché per uno che si autodefinisce essere umano, con dei limiti, ma anche con delle convinzioni morali e dei valori, la vita è dura..
Parliamo del partito di governo: sembra il mondo alla rovescia. Ti sei beccato sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa? Sei un mito! Dato che ti autodefinisci estraneo ai fatti dopo il '93 e per qualche strano incantesimo i giudici ti hanno creduto, sei un esempio da imitare. E tutti che festeggiano come per un'assoluzione..
Allucinante..
E non basta..
Hai una causa pendente per corruzione (bruscolini)? Chettefrega? Vieni da noi! Diventerai MINISTRO..  Cioé, per quanto mi ricordavo, il detentore di una carica pubblica utile all'amministrazione di un nodo problematico del paese. Cioé no "vieni che ti metto in galera perché le mele marce devono star fuori dal cesto", ma "dato che sei l'ennesimo frutto malato ti copro io alla faccia del paese", che si ritrova governato da criminali.
E allora uno dice: "Vabbè, voteremo dall'altra parte"..
Poro scemo!
Oltre che da quell'altra parte so' tutti una manica di amorfi che si respingono come le calamite allineate in una fantastica fiera dell'entropia, ti escono ogni tanto con provvedimenti tipo "Scudo totale al presidente della repubblica, così potrà agire senza temere niente"..
Che se disgraziatamente uno non c'ha niente da temere (condizione alquanto insolita) sembra pure che sei delinquente come gli altri.
Senza contare gli innumerevoli onorevolicorrotti e impasti schifosi che uno può trovare quando scorre le vicende della politica locale, che in grande sono i detentori della pubblica moralità, poi nel piccolo..
E io penso a Richard Pryor..
Che succederebbe se tutti noi elettori (e parlo di sinistra, destra, alto, basso, deqquà, dellà, dove vi pare), facessimo l'unica cosa sensata, e sulla scheda, invece di una croce, scrivessimo tutti "NESSUNO DEI SUDDETTI"?
Per dire che, a prescindere dal colore e dalla convinzione, a una politica che è non servizio alla comunità ma solo fonte di denaro e potere, noi non ci stiamo.
Per dire che la politica è una rogna, una responsabilità e non una bengodi di aerei ed auto blu alla faccia di chi deve far quadrare i conti alla fine del mese.
Per dire che chi ci governa deve essere prima di tutto un modello in virtù della visibilità che possiede, perché il comportamento amorale privato è sbagliato in sé, ma in pubblico diventa fonte di imitazione, e i danni sono innumerevoli.
Per dire che ci siamo stufati di vedere sempre le stesse facce e le stesse espressioni fraudolente.
Io, alle prossime elezioni scriverò come Richard Pryor diceva: "NESSUNO DEI SUDDETTI".
E voi?