Get Adobe Flash player

giovedì 25 marzo 2010

Le donne vengono da Venere, gli uomini.. dal cesso

Come è risaputo i topi tra loro comunicano.
Ovviamente anche il mio Topo ha dei topi che gli telefonano, scrivono, mandano allegati più o meno buffi.
Tasso di mascolinità autoconsapevole altissimo.
Per esempio:
"Le regole degli uomini: è risaputo che l’universo femminile ha regole ferree ed inappellabili. Questo manifesto è un atto di ribellione di noi Uomini ed una guida per le nostre donne."
Già mettere uomini e regole nella stessa frase fa ridere, come insegnare a un cane a fare pipì nel water; ma leggiamole, 'ste regole:

1. "Le tette sono fatte per essere guardate ed è per questo che lo facciamo. Non c'è modo di modificare questo comportamento."
Incarta e porta a casa.. Ma vi immaginate, mio femmineo pubblico, che fila dagli psichiatri se noi cominciassimo a guardare piselli?

2. "Imparate ad usare la tavoletta del cesso.
Siete ragazze robuste: se è su, tiratela giù. A noi serve su, a voi serve giù.
Noi non ci lamentiamo mai quando la lasciate giù."
Ok, su questo posso essere d'accordo: puzza di fissazione femminile (anche se è fastidiosissimo sedersi e avere l'impressione di sprofondare in un gorgo di disperazione)..

3. "Domenica = sport.
E' un evento naturale come la luna piena o il cambiamento delle maree.
Lasciatelo così."

Ricapitoliamo: domenica. Il giorno del relax. Il giorno per dare una lucidata al rapporto con passeggiate, mattinate a letto, pranzetti e cenette E INVECE NO! Tutto il pomeriggio sul divano a fissare un involuto che si comporta col calcio come vorreste che si comportasse con voi: ricorda a memoria tutti gli appuntamenti, rivede mille volte i momenti esaltanti e piange come un vitello se le cose vanno male. Tasso di acidità femminile: altissimo.

4. "Fare la spesa NON si può considerare sport."
No, idiota, è cibo.

5. "Piangere è un ricatto."
(sorrisino malizioso)

6. "Se volete qualcosa, chiedetelo. Cerchiamo di essere chiari:
"Sottili" sottintesi non funzionano.
"Forti" sottintesi non funzionano.
"Ovvi" sottintesi non funzionano.

Semplicemente DITELO!"
Ragazze, guardiamoci in faccia: questi non si trovano il c**o con due mani, forse è meglio fare come dicono loro.. Se poi si sentiranno disturbati da un "Penso che tu sia uno str.. perché mi dai le stesse attenzioni del cactus" di chi sarà la colpa?

7. "Sì" e "No" sono risposte perfettamente adeguate a praticamente tutte le domande.
Si, nella tribù degli oranghi..

8. Sottoponeteci un problema solo se vi serve aiuto per risolverlo. Serviamo a questo. Per la solidarietà ci sono le vostre amiche.
Ehi.. Pssss.. Ciccio? Ti svelo un segreto: sii solidale con la tua donna.. Esistono anche gli "amici"..

9. "Un mal di testa che dura da 17 mesi è un problema.
Fatevi vedere da un medico."

Ok, è appurato che questi sono convinti che le donne abbiano un interruttore e che basta fare clic e saltare in sella. Non funziona così: forse per un mal di testa da 17 mesi è meglio un consulente di coppia, bello..

10. "Qualunque cosa abbiamo detto 6 mesi fa non è utilizzabile in una discussione.
Più precisamente: il valore di qualunque affermazione scade dopo 7 giorni."

Si, scusa amore, mi dimentico sempre che tu sei sottosviluppato e che quella cosa che hai nella testa serve per non fare corrente tra le orecchie..

11. "Se pensate di essere grasse, probabilmente lo siete.
Non chiedetecelo."

Qui c'è una sola parola: vaff..

12. "Se qualcosa che abbiamo detto può essere interpretata in due modi e uno dei due vi fa arrabbiare o vi rende tristi, intendevamo l'altro."
Ti piacerebbe, eh?

13. "Potete chiederci di "fare qualcosa" o dirci "come volete che sia fatta". Non tutte e due le cose contemporaneamente. Se poi sapete il modo migliore per farla, potete benissimo farvela da sole."
Sarebbe bellissimo se potessimo fare da sole.. Quando chiedo al Topo una faccenda tipo, come sbucciarmi qualcosa lui, da bravo scientoide (cioè laureato in una disciplina scientifica) trova il modo più scomodo e più lungo per farlo.. Magari potessimo sempre fare da sole, giuggiolo, magari..

14. "Quando possibile, parlate durante la pubblicità."
Vedi punto 11.

15. "Cristoforo Colombo non aveva bisogno di qualcuno che gli indicasse la rotta. Noi nemmeno."
Si, certo.. Quando pensano di fare da soli è perché la donna che hanno dietro è tanto brava da mimetizzarsi con la vegetazione circostante, come i gechi..

16. "TUTTI gli uomini vedono in 16 colori, come le impostazioni base di Windows. "Pesca", per esempio, è un frutto, non un colore.  Anche "melone" è un frutto.
"Malva" non abbiamo la più pallida idea di cosa sia.
"
Perché siete drammaticamente limitati..

17. "Se prude, grattatevi. Noi facciamo così."
Oh, si.. Lo so bene.. lo vedo che lo fai: mentre parliamo, mentre aspetti il pullman, mentre guardi la tv, mentre sei lì che ascolti il fruscio della tua mente deserta..

18. "Se chiediamo cosa c'è che non va e voi rispondete "niente", ci comporteremo esattamente come se non ci fosse nulla che non va.
Sappiamo perfettamente che state mentendo, ma così ci risparmiamo un sacco di fastidi."
Si vede.

19. "Se ponete una domanda a cui non volete una risposta, aspettatevi una risposta che non volevate sentire."
Qui purtroppo non solo c'hanno ragione loro, ma vale per tutti i rapporti umani.. Meditate, gente, meditate..

20. "I vestiti che avete sono più che sufficienti. Le scarpe, invece, sono troppe" 
Limitati.. Drammaticamente limitati..

21. Noi siamo perfettamente in forma: "tondo" è una forma
E qua prendiamocela con la società che impone alle donne degli standard assurdi.. "Tondo" o "morbido" sono forme anche per noi..

Io sono una donna fortunata: il mio Topo, oltre ad essere molto paziente e comprensivo (e lo è davvero) è docile ai tentativi di miglioria, per cui non ho di cui lagnarmi ma..
Parliamone..
Ragazze, la situazione è buffa: incomunicabilità totale e continuiamo a cercarci.. Perchè in fondo è divertente trovare la parte casinista e rumorosa, la parte semplice di noi, la parte che riesce a fare spallucce.. Chissà se anche loro in fondo non amino il nostro essere ordinate, nervose, compulsive e insicure..  Ma io spero, come dice Rilke, che prima o poi si smetta di stare insieme come uomini e donne, e ci si cominci ad amare come persone..

8 commenti:

  1. A volte penso che le lesbiche siano le più fortunate, due esseri ugual-pensanti che convivono ponendosi questioni di cui entrambe intuiscono perfettamente la rilevanza o l'irrilevanza, nello stesso modo e nello stesso momento. Poi, per tirarmi su, penso che per le donne eterosessuali è un po' come guardare dalla finestra, continuamente, un altro mondo, di gente che, è vero, a noi sembra così poco profonda, poco attenta, poco intuitiva da chiederci come passi la giornata, ma comunque fonte di arricchimento, in quanto ALTRO da noi...

    RispondiElimina
  2. Già, immagina la noia.. L'unico vantaggio delle lesbiche è che non hanno la SUOCERA...

    RispondiElimina
  3. Rispondo solo alla 1.
    Non credo alle cause finali aristoteliche. Credo solo che se voi avete diritto a mostrare pubblicamente le grazie corporali che volete, nel modo che volete, per il tempo che volete (prescindere da quanto provocato nell'emotività e nella psiche altrui a breve e lungo termine), io abbia il corrispondente diritto a mirare nel modo che voglio, per il tempo che voglio, quanto da voi per decisione autonoma mostrato.

    Non è ammissibile (per la stessa ragione prima ancora che per l'istinto) che al vostro diritto a suscitare disio corrisponda il nostro dovere a reprimerlo, che al vostro mostrarvi debba corrispondere il nostro non guardare (troppo), che al vostro esprimere liberamente il naturale istinto di sentirvi belle e disiate debba corrispondere il nostro non poter mirare (disianti), seguire (con lo sguardo e l'azione) e cercare di ottenere (come sarebbe in natura) la bellezza, esprimendone il disio in maniera gioiosa, spontanea e per nulla ostile o violenta, che al vostro esagerare a piacere nel diffondere disio, nell'illudere e persino nell'irridere, nell'umiliare e nel far patire nel corpo e nella psiche debba corrispondere il nostro obbligo assoluto a non uscire di un millimetro da limiti stabiliti peraltro non in maniera chiara ed oggettiva a propri, ma, a posteriori, in maniera vaga, soggettiva e dipendente dal loro solo capriccio, che quanto provoca il minimo e presunto ferimento alla vostra soggettiva sensibilità sia punito da leggi e costumi nella maniera più vasta e dolorosa possibile mentre quanto in maniera ben più profonda ferisce la nostra diversa e non già inesistente psiche sia considerato inesistente o irrilevante come gravità, normalità da sopportare da parte nostra, diritto della donna o addirittura bello di essere donna!

    Ciò vi mette a disagio? Quanto suscita disagio è soggettivo.
    Io mi sento a disagio anche solo quando la donna appare nel mio campo visivo ponendomi innanzi (senza io lo chieda) le proprie grazie corporali, poiché suscita un disio che non potendo essere almeno in quel caso appagato genera frustrazione.
    E tale rimane il mio sentimento sia che secondo natura continui a guardare (giacché la situazione mi fa sentire un puro nulla innanzi a colei che tutto può poiché da tutti è disiata) sia che costringendomi contro natura guardi dall'altra parte (poiché comunque il disio è già stato suscitato e anche la semplice consapevolezza di esser vicini a quanto non si può raggiungere fa permanere lo stato di frustrazione).
    E se la donna di turno, per capriccio, vanità , autostima o diletto sadico, sfrutta la situazione per infliggere ferimento intimo suscitando ad arte il disio compiacendosi poi della sua negazione, per provocarmi intenzionalmente sofferenza emotiva, irrisione al disio, frustrazione nel profondo, umiliazione pubblica o privata, inappagamento fisico e mentale, per rendermi ridicolo davanti a me stesso o agli altri qualora tenti un qualsiasi approccio, per causarmi dolore fisico o psicologico nell'attirarmi e nel respingermi, per trattarmi come uno qualunque, un banale scocciatore, dopo avermi scelto fra tanti e illuso solo per farmi patire l'inferno dopo la speranza di paradiso, per appellarmi molesto dopo avermi appositamente attratto e indotto implicitamente a farmi avanti in maniera da lei considerata magari maldestra, se insomma usa l'arma erotico sentimentale per infierire su chi psicologicamente si trova in svantaggio nei primi momenti di incontro (occasionale e breve come sentimentale e lungo) con l'altro sesso, allora mi suscita un disagio da sessuale ad esistenziale, altro che "stupro visivo"!

    RispondiElimina
  4. Ma che cavolo di discorso è il vostro? Tu puoi mostrare e io non guardare? Tu puoi sfoggiare liberamente (per vanità, capriccio, moda, autostima, accrescimento di valore economico-sentimentale, o gratuito sfoggio di preminenza erotica) le tue grazie, nel modo che vuoi e per il tempo che vuoi ed io non posso altrettanto liberamente guardare quanto (da te) mostrato (secondo natura)? Tu puoi "tenere le cosce ( o le tette) di fuori" passando sulla pubblica via ed io non posso, nel medesimo luogo, rivolgere ad esse lo sguardo e il disio (da te per prima oggettivamente suscitato con il fatto stesso di mostrare pubblicamente quelle fattezze che, in conseguenza non della mia volontà, ma delle disparità di desideri volute dalla natura, hanno valenza sessuale)?
    E perchè il tuo mostrare è "raffinato" e il mio guardare "porco"?
    Sono entrambi desideri di natura! E' solo ipocrisia il fatto che tu presenti il "mostrare le belle gambe depilate" o "il bel seno rifatto" non come istinto (qual è) ma come "cultura" ( mentre al contrario chiami "fare il porco" il guardare secondo natura le stesse forme da te mostrate).
    Come si fa a negare che nel diritto a “vestirsi come ci pare” si nasconda il legittimo e naturalissimo disio femminile (magari inconscio) di farsi guardare (anche quando la mente cosciente non ha intenzione di incontrare o conoscere uomo alcuno, perchè l'istinto non può saperlo)? Mi considerate stupido? Sappiate che odio la vostra ipocrisia! Vestitevi e agite come vi pare! Posso accettare cio’, ed evitare il burqua e l’altre cose e restrizioni talebane, se ovviamente si riconsoce il corrispondente diritto a guardare cio’ che la donna per sua decisione autonoma ha deciso di mostrare. Altrimenti si tratta di uno squilibrio inaccettabile. Se io devo “trattenermi” dal guardare (e non si capisce perche’) la donna si deve “trattenere” dal mostrarsi (secondo me non e’ giusto neanche questo in un mondo non talebano, ma segue coerentemente dal primo divieto), come avviene presso gli Arabi. Io speravo in un occidente emancipato in cui le donne potessero farsi guardare senza essere violentate e gli uomini guardare senza essere accusati.
    Non ho motivo per ritenere che essere oggetto di disio sessuale sia piu’ offensive per una donna di quanto non lo sia per un uomo essere considerato un freddo specchio su cui provare la propria avvenenza (e questo sta dietro la pretesa di vestirsi e svestirsi o addirittura provocare come vogliono), o, peggio, un pezzo di legno davanti a cui permettersi letteralmente di tutto sapendo che non puo’ e non deve reagire (come invece magari farebbe nelle corrispondenti situazioni con un altro uomo). Perche’ questo attualmente succede in occidente! Questo e’ quanto succede per le strade, nelle discoteche e persino a volte nei luoghi di lavoro! E diro’ di piu’: mentre il comportamento dell’uomo e’ spesso soltanto naturale, quello della donna ha in piu’ la stronzaggine premeditata.

    RispondiElimina
  5. Mi vuoi chiamare "maiale"? Riserva quell'insulto per qualcuno d'altro. Con me le tue menzogne non funzionano.
    A parte il fatto che il maiale (Orazio docet "Epicuri de grege porcus") è un animale infinitamente più simpatico e creativo delle velenose vipere quali voi siete, e che è assurdo definire "maiale" chi brama appagare di quando in quando il naturale bisogno di godere della bellezza non appena questa si fa sensibile ai sensi nelle grazie femminee, mentre non viene definito ghiro chi mostra il bisogno di dormire tutte le notti o cinghiale chi esprime il desiderio di mangiare tre volte al giorno,
    la tua affermazione (come quella di tutte le donne quando mescolano biologia e filosofia morale) è priva di senso, in quanto il bisogno d'ebbrezza e piacere dei sensi è proprio a tutti gli esseri viventi maschili e non ai soli suini.
    Tornando agli umani, vai a fare la morale da un'altra parte. Qui non è logicamente, eticamente e naturalmente ammissibile che il mondo femminile presenti sotto le spoglie di "bontà" e "purezza" il proprio comportamento naturale (e quindi di origine chiaramente animale come quello dell'uomo) consistente nel mostrarsi in ogni modo tempo e luogo belle a disiabile (inconsciamente, per attirare più maschi possibile e selezionare fra essi chi eccelle nelle doti volute, consciamente per pura vanità, supina accettazione di mode e costumi, patologico bisogno d'autostima o gratuito sfoggio di preminenza erotica) e pretenda al contempo di far apparire "più animale" o comunque "impuro" e "malvagio" e addirittura "vergognoso e colpevole" il corrispondente comportamento naturale maschile consistente nel mirare, disiare (con la rapidità del fulmine e l'intensità del tuono) e cercare di ottenere la bellezza nella varietà multiforme delle creature femminine, poichè entrambi le tendenze (tanto il suscitare disio, il rifuggire e il negarsi per attirare tutti e selezionare solo chi mostra eccellenza nelle doti qualificanti la specie, quanto l'esprimere subitaneo disio e voler godere della bellezza di tutte) concorrono al fine naturale di propagazione e selezione della vita, entrambi, in quanto natura, sono di là dal bene e dal male (almeno fino a che la cattiva coscienza di chi agisce per capriccio, vanità, interesse economico sentimentale o gratuito sadismo non introduca un'intenzionale perfidia e un scientifico inganno) e nessuno dei due potrebbe esistere senza l'altro.
    E cercare di dipingere come pure e giutso il proprio comportamento naturale (in questo caso monogamo, non concedersi facilmente, apparire belle e disiabili per attrarre quanti più contendenti e selezionare fra tutti chi eccelle nelle doti volute, rimanendovi poi fedele) bollando al contempo come impuro e malvagio il suo opposto complementare (in questo caso poligamo, mirare, disiare e seguire con l'intensità del tuono e la rapidità del fulmine la bellezza e cercare di ottenerla nella varietà delle forme viventi), che non solo parimenti è naturale (e quindi di là dal bene e dal male), ma che è anche assolutamente necessario, perchè senza di esso lo stesso comportamento decantato come buono non potrebbe essere agito, è la forma più grave di immoralità.

    RispondiElimina
  6. ...e rispondo anche al tuo commento:"Incarta e porta a casa.. Ma vi immaginate, mio femmineo pubblico, che fila dagli psichiatri se noi cominciassimo a guardare piselli?"

    ...con la differenza che noi non giriamo per via con il pisello di fuori, ci scandalizziamo quando qualcuno lo tira fuori, non quando qualcuno lo nota una volta che è stato pubblicamente fatto intravedere, non chiamiamo molesto chi lo guarda (condannandolo per "aver guardato troppo a lungo"), ma arrestiamo per atto osceno chi lo espone (a prescindere da chi guarda).

    Le tue allusioni su nostre presunte "malattie psicologiche" (o trasformazioni in animali), sono quindi parimenti prive di fondamento (morale e razionale).
    Essere (con la rapidità del fulmine e l'intensità del tuono) mossi da disio per la bellezza non appena questa si mostra ai sensi è del tutto naturale (e a volte persino poietico) e non ha nulla "da curare con lo psicologo" (il che significherebbe solo "de-naturarsi").
    E' l'essere sottoposti allo sfoggio sfacciato e insistente delle grazie corporali (attraverso vestimenti e svestimenti) e alla costante, volontaria o involontaria, esplicita o implicita, provocazione di disio in modi e tempi ben superiori alle intensità e alle frequenze naturali a provocare potenzialmente qualcosa di patologico.
    E' il dover continuamente trattenere, nascondere, frustrare (e addirittura, secondo quanto vorresti tu, condannare moralmente come "violenza") tale disio suscitato a generare sofferenze nel corpo e nella psiche.
    Il tuo dire: "non è colpa mia/non mi interessa che la tua natura sia repressa/sofferente e il tuo corpo e la tua psiche si sentano feriti e alla lunga danneggiati, perchè io mi vesto, mi muovo e mi comporto con gli altri come mi pare" è simmetrico nella sua prepotenza individualistica e sessista ad un discorso maschile del genere: "non è colpa nostra se vi dà fastidio quando vi tocchiamo o se state male quando siete costrette ad un rapporto non voluto!". Se la libertà delle proprie azioni ha un limite in quanto esse generano nel corpo e nella psiche del prossimo, ciò deve valere anche per il vostro "vestirvi come vi pare" (e non solo per il nostro "non toccare").
    Non è accettabile che la donna possa passeggiarmi innanzi (per via o, peggio, sul lavoro) mostrando liberamente le sue fattezze e suscitando consapevolmente o meno disio ed io non possa altretanto liberamente mirare, seguire e disiare e cercare di ottenere come sarebbe in natura, o (se da umani non si ha alcuna voglia di corteggiare), semplicemente esprimere con lo sguardo, la parola e il gesto il proprio naturale apprezzamento o commentare quanto il disio fa venire alla mente.
    Quanto non accetto è che quando si parla di comportamenti in un modo o l'altro legati alla sessualità alla sua illimicata licenza nell'esprimere la propria natura (nel poter suscitar disio, attirare e mostrarsi) debba corrispondere il mio obbligo (nel disiare, seguire e mirare), a reprimere, limitare, nascondere la mia natura corrispondente. Perchè poi deve valere solo la sensibilità della donna?
    Anche per la mia corrispondente e non già inesistente sensibilità maschile potrebbero risultare molesti certi atteggiamenti definiti "diritto della donna" o "bel gioco dell'essere donna" da demagogia femminista e stupidità cavalleresca.
    Si sente offesa nella dignità di donna ad essere vista come oggetto di disio (il che è natura)? E allora io perchè non dovrei sentirmi ancora più offeso nella mia dignità di uomo ad essere trattato come un freddo specchio innanzi a cui le donne testano la loro avvenenza, come un pezzo di legno innanzi a cui si possono permettere di tutto (qualsiasi provocazione più o meno sessuata, qualsiasi tensione psicologica, qualsiasi derisione al più profondo disio) o addirittura un pupazzo da attirare e respingere, da sollevare solo per farlo poi cadere con il massimo del dolore e del disprezzo?

    RispondiElimina
  7. Questa tua ultima considerazione (voi non guardate il pisello) merita una risposta ancora più decisa, lunga e ultimativa.
    Se voi non ci guardate le gambe, o il petto o il sesso allo stesso modo non è perchè abbiate verso di noi un maggiore rispetto (il chiamare "porco" chi soltanto si abbandona con lo sguardo e il pensiero all'ingenuo trasporto per la bellezza da te pubblicamente mostrata seguendo il desiderio da te oggettivamente suscitato dimostra anzi un assoluto disprezzo per il maschio in quanto tale) una maggiore delicatezza (anzi, il mostrare con orgoglio quelle grazie che non si ha intenzione di concedere dimostra almeno in parte la vostra volontà di ingannare, irridere e umiliare nel profondo o comunque di ferire emotivamente, frustrare sessualmente e far sentire vittima della propria onnipotenza sessuale l'astante di turno, tradisce la vostra tendenza a trattare l'uomo come uno specchio su cui testare la propria avvenenza, un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto, un giullare da far impazzire e illudere per crudele scherno e poi deludere, un burattino da manovrare per divertimento e poi gettare a piacere dopo averlo irriso, il vostro costume di attirare e respingere con l'intenzione di infliggere continuamente tensione psicologica, ferimento intimo, senso di nullità, irrisione al disio, umiliazione pubblica e privata, inappagamento fisico e mentale degenerante se ripetuto in ossessione e disagio scivolante da sessuale ad esistenziale, e fa pensare a voi non certo come creature intelligenti e sensibili, ma come prepotenti vanagloriose pronte a diffondere disio agli astanti e attrarre a sè, o addirittura indurre ad arte a farsi avanti e a tentare un approccio, sconosciuti che non siete interessae a conoscere ma solo a ingannare, far sentire nullità e frustrare sessualmente, come stronze che si dilettano a suscitare disio ad arte solo per compiacersi della sua negazione e di come questa, resa massimamente beffarda, umiliante e dolorosa possibile per il corpo e la psiche dei malcapitati da una pianificata e raffinata perfidia, possa provocare le pene dell'inferno della negazione dopo le implicite promesse del paradiso della concessione, o comunque come stronzette vanitose che trattano con sufficienza o aperto disprezzo chiunque tenti un qualsiasi avvicinamento erotico-sentimentale, e mostrano pubblicamente, per capriccio, vanità, aumento del proprio valore economico sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza, le proprie grazie solo per attirare, illudere e sollevare nel sogno chi poi vogliono far cadere con il massimo del fragore, della sofferenza e del ridicolo), o una maggire capacità o volontà di trattenervi (questo stesso forum dimostra come pretendiate di poter, consciamente o meno, mostrare le grazie e suscitare disio senza limiti, remore nè regole e come del vostro istinto, addirittura chiamato "diritto" a sfoggiare le vostre fattezze passando per via non abbiate intenzione di trattenere un solo palpito), ma è in primis perchè noi le scopriamo solo quando non ne possiamo fare a meno (quando è eccessivamente caldo, e mai per vanità), e in secundis perchè il vostro istinto naturale non è, come il nostro, mirare, disiare e seguire la bellezza appena si fa sensibile alla vista nelle lunghe chiome, nel claro viso, nell'alta figura statuaria, nelle membra scolpite, nella pelle liscia ed abbronzata, nelle forme rotonde dei seni, nella piattezza del ventre, nelle lunghe gambe modellate, e nell'altre grazie ch'è bello tacere, bensì mostrare le proprie grazie e apparire in ogni modo, tempo e luogo belle e disiabili (a prescindere dal fatto di volere coscientemente attirare e conoscere uomini).
    Dare a noi dei “porci” perchè secondo natura guardiamo con desiderio le belle forme da te mostrate equivale a chiamare voi “troie” perchè altrettanto naturalmente coltivate nel segreto delle vostre camere e sfoggiate poi per via quelle stesse fattezze corporali.

    RispondiElimina