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venerdì 23 aprile 2010

Cattolicesimo, bioetica, froceria &co..

Tesi:
Il cattolicesimo oggi è in crisi. Dice che è perché il mondo cattolico non fa presa, perché non trova più un dialogo con sé stesso. E te credo: dovunque ti giri è un vivamaria di insulti fra i vari progressisti/sinistroidi/casinevoli e gli altrettanto numerosi beghini/bigotti/destrorsi. Come un assedio sotto un castello tra i due gruppi c'è un fossato di.. schifezza, ragazzi: non mi vengono altri appellativi. E pure Paparatzy non è mister simpatia..
Corollario:
Io sono cattolica. E di questi tempi per una come me la vita è dura. Se sei giovane e cattolico sono cazzi. Se sei giovane, donna e cattolica sono VERAMENTE cazzi..
Considerazioni:
1.
Non si deve pensare al mondo cattolico come ad un calderone grigio ed indifferenziato: di solito c'è lo stereotipo cattolico=moralista palloso, forzaitaliota perché i comunisti odiano Dio e tutto il contorno. Una volta il coinquilino del Topo (molto ingegnere e molto ateo), parlando di etica, politica e religione mi disse: "Io con te che sei cattolica posso rapportarmi! Pensavo che foste tutti miei nemici". Vi assicuro, bella gente, che siamo tanti e diversi come i virus, chi è cattolico lo sa. E vi giuro su quei tre euro di risparmio per l'università che mi restano che c'è anche chi vota a sinistra (e non sono solo io).
2.
Non è che se sei cattolico (e in senso lato religioso) certi problemi non ti toccano o sai come risolverli a prescindere. Non è che il giorno della comunione assieme al vangelo ci danno anche il vademecum con cui affrontare i casini della vita.. Se sei cattolico c'hai una strada per guardarli i problemi, ma la vita non la risolvi come Ned Flanders (che peraltro è protestante, ma si presta al discorso): ecco, a quelli sparategli, che ci fate un favore pure a noi..
3.
Parliamo un po' di bioetica e di etica in generale. Anche qui si parla sempre e tanto di cattolici contro: contro l'aborto, contro l'inseminazione, contro le tecnologie di diagnosi prenatale, contro l'eutanasia. Il problema qua sta a monte: dire "date a Cesare quel che è di Cesare" non implica soltanto il pagamento delle tasse (cose che fanno le Mortadelle ma non le Banane), implica che si deve lasciare allo Stato la possibilità di intervenire per una tutela a raggio più largo possibile. Il che comporta salvare la donna che vuole abortire dall'intervento delle mammane, tutelare anche i più ferventi seguaci di Scientology, non turbare il dolore profondo di chi ha un congiunto in una situazione di vita-non vita.
Chi legge dirà: informati, ciccia.. Gli alti prelati la dicono diversa.
Indubbiamente è vero. Ma rispondo con due appunti: il primo è che spessissimo le parole dei papaveri discordano alla grande con quello che tanti "semplici" preti dicono dagli amboni la domenica mattina, parole di apertura, aiuto, tolleranza; il secondo appunto riguarda il modo in cui la società (e specie i media) interpretano le parole dei capi ecclesiastici: paradossalmente il Papa&combriccola devono dirle certe cose, ma non mirano certo a una reazione del tipo "Bene, gente, il Papa ha parlato; sbolognate tutto che ricominciamo qui, qui e qui.."; lo scopo di fondo dovrebbe essere quello di formare il pensiero dei fedeli e dei benauguranti  cosicché, in uno stato CHE OFFRA POSSIBILITÀ A LARGO RAGGIO (il maiuscolo è indicativo) si faccia la scelta più consona per ciascuno. Non importa tanto cosa fai, ma perché lo fai. Il cattolicesimo è un problema soprattutto di coscienza. E quando la politica compie una scelta "secondo quel che dice il Papa", ecco, quella è demagogia, cosa che con la religione c'entra come i cavoli con la panna.
4. 
Quanto detto al punto tre comporta che di fronte alla parola aborto una come me non corre ad accendere le torce, e se si parla di inseminazione non ammucchierò balle di fieno attorno a un palo. Anzi.. Vi assicuro che di fronte a certi problemi o interrogativi (tipo: fare l'amniocentesi, tenere o no un bimbo con sindrome di Down) la risposta non è scontata e il cagotto è in agguato.. Quello che farei (e che spero veramente tanto di non dover fare) sarebbe frutto di una riflessione che non ricalca necessariamente e precisamente i dictat di tale cardinale o monsignore, ma che verrebbe influenzata dalla situazione in cui mi trovo insieme alle mie convinzioni morali e ovviamente a quelle religiose. Riflessione che ovviamente andrebbe bene solo per me: potrei dire a un'amica "non farlo, penso che te ne pentiresti", ma glielo direi da amica e perché lo penso, non da cattolica tout court. Essere cattolici è qualcosa che informa nel profondo il modo di pensare, non una bandiera da sbattere in faccia.
5.
Quanto detto finora mi porta a parlare dell'omosessualità e dell'omofobia. Anche qua un casino assoluto: pare sempre che i cattolici se vedono un gay gli corrono dietro con l'asse chiodata.
Cazzate.
Per la cronaca il generale messaggio di accoglienza si rivolge anche a chi c'ha un orientamento sessuale minoritario (bella questa).
Il problema semmai sta nel fatto che, come in tutte le strutture rigidamente maschili, i membri hanno paura dei "membri", dunque schifo, schifo, vergogna...
Per i gay vale quanto detto sopra: quello che fai o non fai è un problema di coscienza. Se poi chiedete a me cosa penso dei matrimoni fra omosessuali e della possibilità di far adottare loro un bambino vi direi che ho qualche riserva, ma non semplicemente perché sono cattolica: penso che una coppia per funzionare debba avere un apporto maschile e uno femminile, che queste due componenti sono diversificate e insostituibili per il funzionamento della relazione, e che non basta il relativo avvicinamento che l'omosessualità comporta. Ma questa è un'opinione mia, maturata indipendentemente. Come ho detto: non ce l'abbiamo l'elenco di quello che devi o non devi pensare, nemmeno la Bibbia funziona così..
Conclusioni:
Non ci fate caso: ultimamente spulcio un po' troppo su internet e mi trovo a pensare a quello che leggo. Immagino che non freghi molto quello che una squinzia venticinquenne pensa della religione.
Ma se è vero come è vero che è un errore bollare chi ti trovi davanti con un marchio (negro, frocio, cinese, mussulmano, per citare i più ameni e i più di moda), io dico di non farlo nemmeno coi cattolici. Potreste avere delle sorprese..

PS: chissà quante segnalazioni come inappropriato mi becco oggi, trullallero trullallà..

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