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lunedì 26 aprile 2010

Facciamo qualcosa di sinistra?

Ieri, 25 aprile, anniversario della Liberazione.
Io e Topo eravamo a Udine a trovare certi amici: lassù il 25 aprile è una festa sentita, non per niente è sede dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
Io vengo dal centro Italia: noi non sappiamo cos'è la resistenza partigiana quella vera, nelle campagne dei miei nonni sono arrivati quasi subito gli inglesi, e spesso vengono ricordati con più affetto i pochi ragazzi tedeschi sbandati ai quali venivano offerti un piatto di minestra e un letto per alleviare la ritirata piuttosto che i generali alleati che con arroganza tutta anglosassone imponevano la loro presenza nelle case trasformate in quartier generale.
Noi non conosciamo i partigiani.
Ed è stata una scoperta straordinaria, una volta tanto, sentirsi parte di un paradigma comune, di un ideale condiviso, di una politica che non è carriera e arrivismo ma è sogno di un domani migliore (soprattutto per una generazione come la nostra, che invece di sognare cerca di arrivare sana e salva a letto la sera senza che il mondo faccia troppi danni).
Alla grigliata di festeggiamento dopo la manifestazione si mescolavano ragazzi con troppi orecchini e tatuaggi, signore bene col foulard di seta e vecchi militanti coi fazzoletti dell'Anpi, uomini e donne che la guerra la portano ancora scritta nei solchi del viso; c'era musica sinistreggiante prima latinoamericana e poi italiana impegnata, e l'odore del fumo si mescolava al sole e alle voci di tante persone diverse tutte unite da una qualifica: antifascista.
Beh, gente: tanto è stato l'entusiasmo e il trasporto che io e il Topo abbiamo finito per tesserarci anche noi.
Ma stringendo in mano la tessera non ho potuto che porre a me stessa una domanda: di fronte a un dramma così lacerante come una dittatura subita che si trasforma in guerra civile, sarei stata capace anch'io di deporre la vita di tutti i giorni, le abitudini e la sicurezza per intraprendere un'esistenza di trincea, in cui ogni sospiro potrebbe essere l'ultimo e andrebbe comunque speso per lottare? Avrei avuto la forza di combattere per un'ideale come hanno fatto quegli stessi uomini e donne, non già personaggi di un libro ma volti e voci che mangiavano e ridevano attorno a me? La risposta non me la sono ancora data..
Buon anniversario della Liberazione!

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