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martedì 20 aprile 2010

Io sono mia è una stronzata

Se avete notato ha messo un nuovo blog tra quelli che seguo, generosamente copiato dal blog di Nef dopo qualche tentativo di lettura.
Consiglio a tutte le signorine in ascolto di farci un giretto, perché per una volta abbiamo per le mani qualcuno che di fronte ad una gravidanza non si sdilinquisce "ma guaaaaaaardaaa.. ma come stai beeeeeeeneeeee, ma sei conteeeeeenta?"
No, porca.. Non sono contenta.
Mi sto cagando sotto.
Noi donne siamo ancora sottoposte alla più primordiale delle esperienze, l'unica che è forse rimasta dopo millenni e millenni di forchette, piatti, tazze del water, biancheria osée e preservativi. Quella di far uscire un coso grosso come un cocomero da un buco largo come un limone (se va bene).
Non vi pare che un po' di cagotto è più che giustificato?
Il parto ti mette davanti ad una delle verità più profonde e sconcertanti della vita: noi donne non siamo nostre. Mai.
E se come me non avete ancora avuto un bambino basterà ricordarvi della volta in cui avevate paura di essere rimaste incinta e poi non era vero (anche a me e Topo è successo, e da allora pillola, pillola, pillola..): l'idea fissa è "mo come cazzo faccio? Come lo capisco se dentro 'sto fagiolo c'è? Oddio, oddio, oddio..", finché un test di gravidanza non arriva a dirti che hai scampato il pericolo.
Ma in realtà non sei tu a decidere cosa succede nel magico mondo dell'utero: è come se dentro di te ci fosse un piccolo pianeta estraneo che funziona a prescindere dal resto del tuo corpo. Lo stomaco lo senti, il cuore batte, l'intestino è lì, ma l'utero è dannatamente incontrollabile.
Prova il fatto che anche il figlio nato dal massimo dei dubbi diventa poi la tua ragione di vita, insieme alle molte altre cose che sei..
Io sono mia? Si, ciao..

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